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Programmazione culturale del Comune, l’affondo di Sinistra Italiana: «Viviamo il punto più basso»

Lunga ed articolata nota delle segreteria cittadina di SI capeggiata da Giovanni Papagni

Riceviamo e pubblichiamo la nota della segreteria di Sinistra Italiana, sezione di Bisceglie, in cui si affrontano i temi legati alla programmazione culturale in città.

 

Bisceglie è da più tempo orfana della precisa volontà di migliorare l’assetto sociale di una comunità tanto avvezza ai selfie della politica quanto all’inconsistenza manifesta di una programmazione innovativa.

L’assessorato, affidato in continuità, ma, con l’intermezzo di un anno, langue tra tagli di nastro di opere pubbliche consegnate alla città con un irragionevole ritardo e l’assenza conclamata di un protagonismo amministrativo che oltre ad avere creato degli illustri esuli, defenestrandoli gentilmente in alcuni casi, in altri seppellendoli nell’indifferenza, nonostante gli annaspanti tentativi di rimanere a galla, vive il suo punto più basso.

Si pensava che l’inaugurazione della Biblioteca di Comunità potesse segnare un cambiamento reale, ma, nella realtà da quel momento in poi si sono chiuse le porte del buon senso. A consuntivo della stagione estiva prendiamo atto che la manifestazione SINDACI NEI FORNELLI, ideata e gestita da una società terza, ha ricevuto il doppio del contributo riconosciuto all’organizzazione del PREMIO STREGA, che il CINE CLUB CANUDO è ancora orfano di quel patto di collaborazione per l’uso del 2^ Piano di Palazzo Tupputi, che le attività d’ambito sono delegate, probabilmente per manifesta incapacità, ad associazioni esterne, il cui attivismo consente alla nostra città di avere un palcoscenico mediatico importante, tanto se si deve parlare di Ambiente (42 gradi), di Libri (Borgo Antico), di Start Up e Innovazione (Digithon) che di tipicità (La Notte dei Sospiri).

Qualunque sia il contributo economico riconosciuto dall’Amministrazione a questi eventi è di tutta evidenza la povertà di pensare all’uso della Cultura delle parole, della musica, delle Arti visive e grafiche, dei mestieri e delle tradizioni, per recuperare quel gap sociale con una comunità attratta dal superfluo e dall’apparire, comunque confinata e divisa da un muraglione in cui assiste da spettatore alla “Cena En Blanc”, ai festeggiamenti della Bandiera Blu e ad altri momenti in cui il nome di una via, fa la differenza con il resto della città. 

Avevamo proposto, portato avanti e raccolto l’adesione di 7 comuni limitrofi, di circa 200 associazioni e beneficiato di un contributo di 20mila euro per la Governance del Progetto dell’Ecomuseo, a seguito del quale la comunità avrebbe dovuto sviluppare le mappe di comunità, ma, la dormienza della cabina di regia della Cultura Amministrativa è riuscita a mettere nella naftalina anche questo oltre a tutto l’altro. 

A questa condizione soggiace la povertà educativa, quella dei botti, dei rifiuti abbandonati, dei cestini violati, dei mezzi a due ruote elettrici pericolosi, delle deiezioni canine lasciate sui marciapiedi, degli atti vandalici alla cosa pubblica, dell’uso diffuso delle droghe leggere, dell’indisciplina a prescindere e della volgarità diffusa senza freni.

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