Nel cantiere della nettezza urbana di Bisceglie si alza forte la voce di alcuni dipendenti, che attraverso un comunicato sottoscritto e inviato alla nostra redazione, segnalano presunte irregolarità nella gestione del personale. Secondo quanto riferito, alcune assunzioni avverrebbero inizialmente con contratto part-time, per poi essere trasformate in full-time senza criteri oggettivi.
Una dinamica che, secondo tali lavoratori, non è nuova.
«È la paura di un film già visto – affermano gli 11 sottoscrittori del comunicato – . Anche in passato le assunzioni sono partite come part-time e poi si sono trasformate in full-time senza chiarire i criteri con cui sono stati scelti i destinatari della modifica contrattuale. Questo precedente rafforza il timore che si stia ripetendo un copione già noto, con conseguenze negative per gli operatori storici, che viceversa da anni attendono invano il completamento dell’orario lavorativo. Ma a pagare il prezzo non sono solo i lavoratori. Anche i cittadini di Bisceglie subiscono le conseguenze, con un aumento della TARI, la tassa sui rifiuti, che incide sempre di più sul bilancio familiare. Una gestione poco equa del personale potrebbe contribuire ad aumentare i costi complessivi del servizio, ricadendo economicamente sull’intera comunità».
I lavoratori che hanno sottoscritto la nota annunciano inoltre di voler presentare formali denunce alla Prefettura, all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e alla Guardia di Finanza, chiedendo verifiche approfondite sulle modalità di assunzione, sulla gestione dei contratti e sull’eventuale danno erariale.
Dubbi vengono sollevati anche sul ruolo dei sindacati. «Alcune rappresentanze sindacali, ad eccezione della Cgil, sarebbero a conoscenza della situazione, ma non avrebbero informato adeguatamente gli iscritti – aggiungono – . In alcuni casi, accordi interni sembrerebbero favorire solo una parte dei lavoratori, spesso quelli più vicini al corpo dirigenziale. Una simile situazione mina la fiducia nelle istituzioni e nei meccanismi di tutela del lavoro pubblico, e che ricade anche sulle tasche dei cittadini».
