Ripensare alle città partendo non più dalle automobili bensì dalle persone che la vivono. E’ un tema di grande attualità che in Europa e nel mondo sta diventando tema di dibattito crescente ma che in Italia resta ancora ai margini della discussione. Ambiente, vivibilità, rigenerazione, socializzazione e sicurezza, tutti elementi che nel ripensare ad una città di grandi, medie o piccole dimensioni, permette di cambiare davvero la vita dei cittadini. Un esempio di reale e tangibile di politiche specifiche verso questa direzione l’ha rappresentata la città di Valencia in Spagna, una città da circa 800mila abitanti ma con uno spazio abitativo piuttosto ristretto rispetto all’estensione stessa territoriale. In pochi anni la città spagnola è diventata Capitale Verde Europea 2024 dopo aver creato più di 150mila metri quadri di nuove zone pedonali e spazi verdi, un 60% in più di piste ciclabili con un aumento dell’utilizzo di biciclette di oltre il 200%. Tutti gli indicatori di smog sono crollati di circa il 30% specialmente il tanto pericoloso PM10 e PM2,5. Di contro sono cresciuti gli investimenti nelle aree pedonali e, soprattutto, le entrate registrate dai commercianti. Utopia? No realtà realizzata a Valencia tra il 2015 ed il 2023 grazie anche all’impegno di un italiano, un lucano per la precisione, Giuseppe Grezzi ospite ieri a Bisceglie dell’Ordine degli Architetti PPC della BAT in uno dei tanti appuntamenti formativi organizzati in questo caso nella Biblioteca Don Cafagna nella Chiesa di Santa Caterina da Siena. A moderare l’incontro l’arch. Sergio Bombini mentre saluti istituzionali portati dal consigliere dell’Ordine arch. Domenico Tritto.
«Andare in macchina non deve essere intesa come una libertà – ha spiegato Giuseppe Grezzi – perché conosciamo bene gli incorghi in cui bisogna imbattersi ogni giorno. La libertà è poter scegliere tra come muoversi in città, potendo utilizzare differenti modi. Andare in bicicletta o con un trasporto pubblico di qualità, camminando. Per farlo dobbiamo partire da un progetto di trasformazione per migliorare, per esempio, la rete di piste ciclabili che siano protette o fare degli investimenti negli autobus per servire pure le zone periferiche, fare zone più attrattive pedonali oppure marciapiedi che siano accessibili per fare in modo che qualsiasi persona possa camminare, che sia un bimbo che vada sicuro o persone disabili o che siano persone anziane. Facendo questo abbiamo grandi risultati – ha detto Grezzi – e ci stiamo anche adattando al cambio climatico. Così possiamo fare città più resilienti oppure fare città più efficienti che sono pure più sicure e che economicamente funzionano meglio».
Giuseppe Grezzi è stato assessore alla mobilità sostenibile e allo spazio pubblico per otto anni dopo esser stato anche presidente dell’azienda pubblica dei trasporti di Valencia. Un progetto nato dall’idea di creare una rete completa di strade ciclabili protette e separate dal resto del traffico stradale diminuendo in modo drastico anche le carreggiate per le vetture, cambiando l’approccio ai parcheggi con particolare attenzione verso i residenti dei quartieri, il trasporto pubblico locale e con le persone al centro. Un meccanismo che ha funzionato anche per quel che concerne l’economia nonostante le feroci critiche iniziale svanite poi con il tempo.
«Chi va in auto cammina – ha spiegato Grezzi – si dice infatti che l’auto non compra, chi compra è la persona, se la persona non può vedere la vetrina, se non ha una panchina per sedersi, se non ha un albero, in quel posto non ci va, passa. Noi abbiamo dimostrato che se un luogo è attrattivo le persone vanno, possono stare lì, fare una passeggiata, però nel frattempo stanno vedendo la tua vetrina e alla fine i risultati economici ci sono pure per i negozi, come si è dimostrato a Valencia e si dimostra in tutte le città del mondo».






























