I numeri dei reati accertati, delle inchieste ad essi legate e delle tonnellate sequestrate, oltre 260mila nella sola Bat, non ammettono dubbi: la piaga del traffico illecito di rifiuti verso la Puglia e in special modo a nord di Bari non accenna a diminuire. Tutto questo a dispetto degli sforzi di istituzioni, forze dell’ordine e cittadini che in verità, per risultare più incisivi, necessiterebbero di una strategia congiunta troppo spesso invocata e finora mai effettivamente messa in atto. Se ne è parlato ieri nel corso dell’incontro a Bisceglie promosso dal locale circolo di Legambiente per illustrare i dati del rapporto Ecomafia 2025.

Il quadro emerso dal rapporto annuale descrive una Puglia sempre più prossima ad essere considerata una nuova “terra dei fuochi”, in cui le ecoballe vengono occultate nelle cave dismesse per poi essere date alle fiamme, come accaduto qualche settimana fa in territorio di Minervino. Da qui la richiesta dell’immediata bonifica delle aree interessate da tali gravi fenomeni di abbandoni.

Tra i temi affrontati nel rapporto Ecomafia, oltre ai traffici illeciti di rifiuti, anche gli interessi dei gruppi criminali legati all’agricoltura, con un particolare accento a frodi, contraffazioni e al fenomeno delle importazioni che non rispettano le regole basilari di sicurezza alimentare e di tutela dell’ambiente.

Le interviste ad Enrico Fontana (direzione nazionale Legambiente, referente Ecomafie) e Gianni Porcelli (vice direttore Confagricoltura Bari-Bat).