Alla XIX Edizione del Premio Letterario Nazionale “Città di Taranto”, nella straordinaria cornice della Sala Meridionale del Castello Aragonese, davanti a un numeroso pubblico di poeti, autori e scrittori provenienti da ogni parte d’ Italia, la silloge “il soffione e la farfalla” di Luigi Carlo Rocco edita da Florestano edizioni è terza classificata nella sezione libro edito di poesia pubblicato negli ultimi tre anni.

Il Premio Letterario nato 19 anni fa  è stato promosso ed  organizzato dall’ Associazione Culturale “Le Muse Project” per iniziativa dell’autrice tarantina Lucrezia Maggi.

Il Regolamento del Premio stabiliva che le opere edite delle sezioni in gara sarebbero state  esaminate dal gruppo di lettura “La Taranto che Legge”, comitato nato in seno al Premio, annualmente nominato dall’organizzazione, composto da lettori forti, promotori culturali, autori, docenti e da una giuria tecnica preposta.
La giuria tecnica è stata così composta: Cosimo Argentina (presidente di giuria, romanziere, autore teatrale), Alfonso Bottone (direttore organizzativo di “incostieraamalfitana.it”, giornalista, editore, scrittore), Francesca Chiarelli (educatrice, illustratrice), Silvana Pasanisi (poetessa, curatrice di collana Edizioni Il Papavero). Presidente onorario di giuria, il critico letterario prof. Francesco Improta.
Il Regolamento  prevedeva, altresì, che l’esito del voto sarebbe stato svelato ai finalisti solo in sede di Cerimonia di Premiazione e la mancata partecipazione avrebbe comportato la decadenza del Premio.
Queste sono state le motivazioni dell’assegnazione del voto a “Il soffione e la farfalla”:

3° classificato: “Il soffione e la farfalla” di Luigi Carlo Rocco

Motivazione al voto: “È un pomeriggio che non passa e un imprevisto incontro interrompe la normale alternanza del ritmo del giorno, del sonno e della veglia. La natura non è più spettatrice e via via appare un universo parallelo. Un soffione ed una farfalla sono travolti da una folata improvvisa di vento. Attratti da una forza invisibile, pur di cercarsi metteranno da parte ogni loro certezza, nella consapevolezza di appartenere a mondi diversi e lo faranno. Una lunghissima storia d’amore, di attrazione, di tormenti, di travolgenti illusioni, di cambi improvvisi di luce e colori, che vivrà nel ciclo di un breve giorno solo. Una storia come quella di uomini e donne, che pur vivendo nello stesso mondo, dovranno cambiare la propria pelle e la propria natura per riconoscersi, ritrovarsi, riscoprire la passione civile, ogni atto d’amore ritessendo il filo di esistenze smarrite e spezzate. È un corollario di emozioni pure, autentiche e vividamente intense. I versi si trasformano in una narrazione di esistenze che si intrecciano, di visioni che si costruiscono come un dipinto, pennellata dopo pennellata, per diventare magia e bellezza. Ogni verso evoca una storia, un suono o un profumo. Ogni verso è un narrare di sentimenti, un sospiro d’anima sensibile e attenta. Qui è delineata la vita nelle sue molteplici sfaccettature: a volte, magnanima e benigna ma, altre, crudele e spietata.”

Complimenti a Virna Chessari di Palermo vincitrice del Premio con la silloge “Di argilla e infinito/Of Clay ed Infinity” e a Marcello Tagliente di Roma secondo classificato con “Nei cieli di Odessa”.