Riceviamo e pubblichiamo la nota firmata dal presidente dell’Associazione Mazziniana di Bisceglie, Carlo Rocco, in merito alla Giornata del Ricordo.
“Il Giorno del Ricordo è stato istituito nel 2004, al pari della la Giornata della Memoria con apposita legge, per ricordare e far conoscere agli Italiani le terribili vicende accadute al confine orientale nel 1945 e per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.
Della complessa vicenda del confine orientale si sono occupati, nel tempo, numerosi storici quali Gianni Oliva, Raoul Pupo, Eric Gobetti. Quest’ultimo è stato al centro di una vivace polemica per la pubblicazione del volume “E allora le foibe?,” e di una lettera, inviata alla
Meloni a seguito della proposta di istituire il “Museo del ricordo”, nella quale dà una sua puntuale interpretazione sulla complessa vicenda delle Foibe, delle violenze avvenute e dell’esodo di migliaia di Italiani.
Pur non condividendo, in buona parte, la ricostruzione storica e le tesi esposte dal Gobetti che, in alcuni casi, paiono scivolare pericolosamente verso un politico “riduzionismo” e ”giustificazionismo” non possiamo, tuttavia, non riconoscere che quella violenza fu, in gran parte, la reazione di quelle popolazioni, piene di odio per essere state oppresse da venti anni di occupazione fascista.
Una reazione feroce, spesso incontrollata e crudele che non può essere in alcun modo giustificata e che colpì indiscriminatamente tutti gli Italiani, anche coloro che nulla avevano a che fare con il regime e nella quale si intrecciarono “giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista e un disegno di sradicamento della presenza Italiana: un moto di odio e di furia sanguinaria e un disegno annessionistico che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica” – Giorgio Napolitano – Roma 2007.
Orbene, se è vero che dobbiamo condannare fermamente ogni tentativo di stabilire verità per legge e che vogliamo impedire che tragedie del passato abbiano a ripetersi, è altrettanto vero che non possiamo dimenticare le sofferenze di migliaia di italiani deportati nei campi di concentramento jugoslavi, sottoposti ad indicibili violenze, fucilati o infoibati.
Dobbiamo vigilare per far si che i nostri giovani, le future generazioni, alle quali quegli eventi vanno ricordati e spiegati, non debbano più confrontarsi con l’odio raziale ed il nazionalismo esasperato che hanno avvelenato il ‘900 e sono stati la causa principale della seconda guerra mondiale che ha raso al suolo intere nazioni e portato via la vita a milioni di persone, rischiando di distruggere la civiltà nel nostro continente.
Solo un Europa libera ed unita, patria di popoli diversi per cultura e tradizioni ma un’unica entità nella comune casa europea, cosi come sosteneva Mazzini precursore degli Stati Uniti d’Europa, potrà allontanare i venti di guerra che oggi ci lambiscono e ci fanno guardare il futuro con grande preoccupazione. Un’Europa dei popoli e delle nazioni che sconfigga finalmente il nazionalismo e l’odio raziale, che oggi pare rinascere e farsi sempre più
agguerrito, impedendo che tragedie come quelle accadute sul confine orientale, durante la seconda guerra mondiale e nel secondo dopoguerra, possano ripetersi”.