“L’art 44 bis dello statuto comunale, introdotto nel dicembre 2018 proprio dall’amministrazione Angarano, in applicazione della giurisprudenza amministrativa e dei pareri del Ministero dell’Interno, stabilisce chiaramente che le deleghe sono possibili solo “per esigenze particolari” di carattere amministrativo, non per esigenze di equilibri politici e per tenere contenti i consiglieri riottosi. E soprattutto lo statuto prevede correttamente che le deleghe vengano deliberate dal consiglio comunale (“il sindaco propone al consiglio”..) . Il sindaco non può quindi “decretare” e affidare deleghe in materia consiliare, ma solo proporre le deleghe al consiglio comunale, a cui spetta la decisione finale di affidare le deleghe stesse a propri componenti su materia di sua specifica competenza”.

Lo sostiene in una nota l’ex sindaco e attuale consigliere comunale di opposizione Francesco Spina.

“In pratica, il sistema normativo vigente vieta perentoriamente la “governance diffusa” allargata ai consiglieri comunali. Vieta peraltro che le deleghe possano riguardare materie di competenza della giunta o dei dirigenti, perché non ci possono essere interferenze tra il ruolo di controllo spettante al consiglio comunale e quello di controllato spettante alla giunta con poteri esecutivi di governo o ai dirigenti con i loro poteri di gestione. Con queste deleghe il sindaco ha di fatto “spogliato” dei poteri il consiglio comunale, ingerendosi nella funzione di indirizzo e controllo del consiglio stesso e indebolendo il suo potere di controllo anche con la promiscuità di funzioni e il conflitto di interessi di cui diventano portatori ben 9 (su 15) consiglieri comunali di maggioranza. Un caso mai accaduto prima in Italia, senza che nel decreto di nomina fossero indicate almeno le “particolari esigenze “ richieste dallo Statuto per ogni singola delega. I consiglieri delegati possono essere incaricati su materie di competenza consiliare e devono offrire le loro relazioni e proposte al consiglio comunale su specifiche materie di competenza consiliare . Non ci possono essere deleghe che riguardino proposte di iniziative e progetti, come quelli affidati dal sindaco, di competenza per legge della giunta. Rispetto alle deleghe concesse dal Sindaco, l’unica che il consiglio comunale potrà accogliere e deliberare, su proposta del sindaco, sara’ eventualmente solo quella di competenza del consiglio, qual è l’istituzione dell’imposta di soggiorno e lo studio sull’eventuale regolamento . Chiederemo pertanto al sindaco di annullare il decreto e di portare le eventuali proposte di deleghe possibili e ben motivate in consiglio comunale per la deliberazione consiliare a norma dell’art 44 bis dello statuto. Non vogliamo che prefettura e corte dei conti (per l’inutile spreco di risorse pubbliche) debbano intervenire per censurare un atto così abnorme e illegittimo. La funzione e la dignità del consiglio comunale vanno tutelate per ripristinare la dignità dell’intera istituzione comunale – conclude Spina – , messa in ridicolo da queste deleghe degne soltanto di spettacoli comici come “dilettanti allo sbaraglio”.