“Mi sembra incredibile che questa integrazione alle deleghe che ho l’onore di aver ricevuto abbia suscitato ilarità, polemiche, disappunto. Pensavo piuttosto indifferenza. Ed invece…”.

Comincia così il post sul proprio profilo social di Roberta Rigante, assessore comunale a cui il sindaco Angarano ha assegnato ieri anche la delega alla “gentilezza”, aggiungendola alle altre già detenute (politiche sociali, integrazione ed inclusione, sussidiarietà, politiche di genere e pari opportunità, politiche ed emergenze abitative, agenzia per la casa, lavori pubblici, partecipazione e beni comuni, politiche giovanili e Servizio Civile e attuazione Pnrr) https://bisceglie.news24.city/2024/07/09/bisceglie-ha-il-proprio-assessore-alla-gentilezza-delega-assegnata-a-roberta-rigante/.
“Avevo pensato di non alimentare alcunché con delle risposte, ma ho poi pensato che quale miglior primo atto da assessore alla gentilezza può esserci se non quello di spiegare il significato di una delega come questa? Intanto credo di aver ricevuto questa delega non certo perché io sia una persona più o meno gentile (che se fosse per questo sarebbe certamente immeritata o comunque ben avrebbe potuto essere conferita a ciascuno degli altri colleghi assessori) ma per affinità alle altre deleghe, in particolare quella delle politiche sociali, che ha a che fare l’essere una Comunità, con il lavoro politico di costruzione di una Comunità che sia quanto più accogliente possibile delle fragilità umane, con il lavoro amministrativo di rendere servizi che allevino le difficoltà di singoli e famiglie, che ha che fare con l’incredibile e straordinario mondo del volontariato, che fa della solidarietà, della tolleranza e del rispetto delle persone le proprie parole d’ordine.
Questa delega arriva su proposta della Provincia che ha già sottoscritto apposito protocollo e nominato un proprio “assessore alla gentilezza”.
È chiaramente un ruolo simbolico, che non comporta spese per l’Ente e che è ispirato dall’idea che la convivenza civile passi per la tolleranza, che mira a diffondere la cultura del rispetto specie tra i più giovani, anche nel linguaggio o nell’uso dei social ad esempio, ma anche il rispetto per i beni pubblici, per l’ambiente, ecc.
È vero, abbiamo tanti problemi, ma uno di questi è il diffondersi di comportamenti aggressivi, violenti o anche solo prepotenti, per contrastare i quali dobbiamo lavorare tutti, sia pure con atti simbolici come questo.
Ciò detto, ringrazio il Sindaco Angelantonio Angarano, cercherò di fare del mio meglio (come sempre provo a fare), accetto proposte e suggerimenti, ma anche critiche ovviamente ed, infine, il caso vuole che proprio in questo periodo stia leggendo questo libro qui…
Vi riporto l’epilogo perché è significativo, secondo me…
“La pratica della gentilezza è una scelta e per esecitarla ci vuole coraggio. Perché le gentilezza, lo abbiamo detto all’inizio e lo ripetiamo qui alla fine, è ben altra cosa della cortesia, delle buone maniere, del garbo o della gradevolezza. La natura della gentilezza autentica emerge quando per praticarla dobbiamo superare la paura, vincere la rabbia, a volte superare la disperazione. Dare senso. Essere umani”, conclude Rigante.