Il consiglio comunale di Bisceglie si riunirà mercoledì 26 luglio per esaminare il rendiconto di gestione dell’esercizio 2022 e procedere alla votazione sul provvedimento. L’atto è vincolante per la tenuta delle amministrazioni, al punto che in caso di mancata approvazione entro i termini fissati è attivata la procedura di scioglimento del Comune.
La scadenza elettorale dello scorso maggio ha forse “distratto” la maggioranza e il sindaco Angelantonio Angarano, confermato dai biscegliesi in seguito all’affermazione al ballottaggio ai danni di Francesco Spina: la deliberazione da parte dell’assemblea, così come disposto dal Tuel (il testo unico degli enti locali), deve avvenire entro il 30 aprile.
Le proroghe, in realtà, non sono rare, al punto che la Prefettura della Bat ha inoltrato la diffida ad adempiere all’approvazione soltanto lunedì 17 luglio, inviando una comunicazione ufficiale. Tanto è bastato a Gianni Casella, esponente di minoranza e presidente del consiglio comunale dal 2018 fino a pochi mesi fa, per sottolineare, dal suo punto di vista, l’inadeguatezza di Angarano e dei suoi. Dagli ambienti dell’amministrazione hanno osservato come l’inserimento dell’esame e dell’approvazione del rendiconto al settimo punto dell’ordine del giorno della prossima riunione consiliare sia la replica più efficace alle rimostranze dell’opposizione, definite «strumentali». I numeri striminziti con cui il sindaco ha concluso il suo primo mandato, risultando egli stesso decisivo in qualità di tredicesimo componente di maggioranza, potrebbero aver impedito una calendarizzazione tempestiva del rendiconto 2022: un problema che al momento appare abbondantemente superato, considerando l’allargamento dei ranghi fino a 19 voti (contro 6) in virtù dell’accordo politico con la coalizione di Vittorio Fata, non a caso divenuto presidente della massima assise.
Un altro piatto forte della seduta di mercoledì sarà la prosecuzione del dibattto sulle cause di incompatibilità di Francesco Spina, che però sarebbero già state rimosse dall’ex sindaco. In programma anche l’approvazione definitiva di una variante al vecchio Piano regolatore generale relative alle zone omogenee D, ovvero le zone industriali, a seguito di una modifica delle normative regionali: l’obiettivo è destinare ulteriori frazioni di territorio all’insediamento di impianti industriali. Non mancherà la trattazione di un elevato numero di debiti fuori bilancio.






























